venerdì 6 aprile 2012

La teoria dello specchio nei rapporti di coppia

Ho letto tutto d'un fiato un librino molto snello di Lise Bourbeau intitolato "Migliorare i rapporti di coppia". E' la trascrizione di domande e risposte raccolte durante i seminari della famosa autrice di "Ascolta il tuo corpo". Il filo che conduce tutti gli argomenti è il tema dello specchio. Tema che puo' chiaramente essere traslato a tutti i rapporti interpersonali, non solo quelli di coppia. In sintesi Lise Bourbeau (ma come lei, tante altre persone) sostiene che quando un aspetto della persona che abbiamo davanti ci irrita, dobbiamo subito porci una domanda riferendo questo stesso aspetto alla nostra vita. Faccio un esempio citato nel libro: uno dei due partner detesta uscire e l'altro vorrebbe uscire molto spesso. Che cosa mi disturba in  questo caso? Se la risposta fosse: "Ciò che mi disturba è il fatto che lui non voglia mai farmi contenta". Ebbene questo è il riflesso su cui ragionare. Bisogna quindi chiedersi: "Fino a che punto desidero davvero far contento l'altro o me stessa? Mi costa fatica? Mi costa sforzo farlo contento?". In questo modo  scopriamo aspetti del sè che forse non avremmo mai considerato. E' chiaro che spesso proiettiamo sugli altri le nostre carenze, o i nostri lati bui, quelli che non vogliamo nè accettare, nè vedere, e mai come nel rapporto di coppia questo è evidente. Qui poi spesso entra in gioco anche il tema dell'aspettativa, la speranza che per amore il partner cambi, ma dobbiamo invece sforzarci di comprendere che primaditutto è necessario ESSERE SE STESSI, riprendere contatto con la nostra vera essenza. E, come dice la Bourbeau, "vivere il momento presente nell'amore, ossia accettare tutto ciò che viviamo, tutto ciò che siamo IN QUESTO PRECISO MOMENTO." E' fondamentale questo aspetto, è quello che anche il Dr. Bach ha voluto trasmetterci attraverso i Fiori, è l'oggi che va vissuto appieno, permettiamoci allora di tirare fuori ciò che siamo, quello che in certe correnti viene definito il Bambino Naturale, o il Sè Superiore, insomma, l'Anima che è scesa su questa Terra per un compito ben preciso; e se nel nostro cammino abbiamo la fortuna di avere qualcuno accanto, ebbene, "usiamolo" per meglio conoscere noi stessi, e per evolvere.
La definizione che viene data di intimità poi è altrettanto chiarificatrice: "Dare all'altro il potere di conoscerci appieno e di essere per noi fonte di cambiamento".
Ecco allora alcuni consigli che l'autrice ci dà per giungere a questa meta:
- accettare se stessi e accettare l'altro concedendosi di essere ciò che si è. Il possesso è all'opposto dell'accettazione;
- ogni volta che vogliamo dirigere o controllare qualcosa o qualcuno, ci muoviamo in direzione opposta a quella dell'amore e dell'accettazione. Più vogliamo che una persona cambi, meno cambierà, più lasciamo la presa, più diamo luogo alla trasformazione (e qui rimando a Chicory, da utilizzare quando amiamo aspettandoci qualcosa in cambio, quando il "filo" dell'amore rimane attaccato anziché lasciato andare);
- impariamo ad esprimere i nostri desideri, o a dare consigli senza aspettative;
- impariamo ad impegnarci con tutto il cuore, prendendo la decisione di servirci del nostro partner per imparare ad amare di più;
- dobbiamo essere consapevoli che sono le nostre convinzioni a provocare gli atteggiamenti del nostro partner; passiamo a nuove credenze ed il suo atteggiamento a poco a poco si trasformerà;
- sviluppiamo in noi le qualità che vorremmo nel partner;
- attraverso le nostre reciproche differenze potremo entrambi crescere. Con la teoria dello specchio queste diversità diverranno risorse per prendere coscienza di cosa non si accetta di sé stessi. Concediamoci di essere come siamo!
- amiamo l'altro e andiamone fieri.
E' la libertà che fa la differenza in una coppia, quella che concediamo e che ci concediamo; l'importante è non utilizzarla a discapito del partner.