domenica 18 marzo 2012

In difesa di tutti i bimbi Clematis


 



Oggi sul Corriere della Sera è stato pubblicato un articolo della Psicologa Silvia Vegetti Finzi, in difesa di tutti i bimbi distratti. Rifacendosi ad uno studio americano ci spiega innanzitutto che la capacità di concentrazione si acquisisce a partire dai 7 anni (con buona pace di tutti gli insegnanti che a 5-6 anni in prima elementare pretendono l'attenzione dei bambini per 4 o più ore di seguito!!!) ed è una componente quasi caratteriale, che risente certo del clima culturale e delle motivazioni personali o indotte, ma pur sempre innata. L'obbligo alla concentrazione, come poi necessario nel nostro sistema scolastico basato su "insegnamento-apprendimento-valutazione" porta a costringere la direzione delle proprie inclinazioni, a scapito della fantasia, degli interessi personali. Dallo studio citato emerge che obbligandoci alla concentrazione mentale, altre risorse vengono a smarrirsi: ecco perché pare che i sognatori ad occhi aperti siano più creativi.
Sono molto felice ci sia stato un riconoscimento ufficiale di questa caratteristica dei bimbi perennemente tra le nuvole!
Chi conosce i Fiori però non si stupisce. Un bimbo così è un bimbo Clematis, ovvero un bimbo (o un adulto, sia chiaro!) che ha come risorsa una grande creatività che però non viene correttamente incanalata. Chi ha bisogno di Clematis non è presente (Bach lo colloca nelle categoria Insufficiente interesse per il presente) perché totalmente assorto nelle sue fantasticherie. Un modo diverso di essere "altrove" rispetto a White Chestnut, dove i pensieri sono invalidanti ed incontrollati. Nel caso di Clematis siamo in un rifugio, bello e sognato. L'immagine classica è quella  del bimbo che durante la lezione guarda fuori dalla finestra. Quello che questo Fiore ci riporta è spesso proprio la vena artistica. Questi bambini sono bravissimi ad inventare storie, o a disegnare, o a creare oggetti originali o persino giocattoli.
Altre caratteristiche spesso presenti in questa tipologia di bimbi è che si annoiano facilmente, non ascoltano attentamente, spesso si dimenticano sia cosa stanno dicendo sia cosa viene detto loro. Mi viene in mente il racconto di una mamma in cui lei chiede al bimbo  di andare a prendere una cosa in cucina e, non vedendolo arrivare, si accorge fosse immerso in un'altra attività, dimentico nel giro di qualche secondo di quello che gli era stato detto. Ecco perché concordo con le parole della Vegetti Finzi: non puniamo questi bimbi ma tiriamo fuori il loro potenziale, in una società in cui ancora troppo spesso si dà più valore ad attività inquadrate e canoniche, saranno in realtà l'arte, il bello, il sogno, la cultura e la scrittura a salvarci.